Kringel con arancia, noci e cannella

È diventato il re del Natale da qualche anno a casa nostra (preparato da mio fratello!), apprezzato più dei tradizionali panettone e pandore, a meno che il pandoro sia stato fatto dalla sorella bravissima a preparare pane e grandi lievitati. Riporto la ricetta di Sigrid Verbert http://www.cavolettodibruxelles.it/2014/12/kringel-con-arancia-noci-e-cannella, che ho un po’ modificato.

farina 00 300g
latte 120ml
burro 30g
miele 1 cucchiaio
tuorlo 1
lievito di birra in granuli 5g (o 10g di lievito di birra fresco)
sale mezzo cucchiaino
arancia non trattata 1
+
burro 50g
noci 50g
zucchero 4 cucchiai
cannella in polvere 1 cucchiaio
miele 2 cucchiai
acqua di fiori d’arancio 2 cucchiai

1. Mescolare il lievito e il miele nel latte tiepido. Versare la farina nell’impastatrice, aggiungere il burro morbido, il tuorlo, la buccia grattugiata dell’arancia, il sale e il latte al lievito. Impastare per 6-8 minuti (se lavorate con farina americana – cioè se vi trovate negli USA, non sto parlando di manitoba – ci vorrò un po’ di acqua in più, basta aggiungere un cucchiaio per volta fino a ottenere un impasto morbido e ben elastico. Mettere a lievitare, a coperto, fino a quando la pasta non sarà raddoppiata.
2. Reimpastare e stendere l’impasto a mattarello in un rettangolo di circa 30x40cm.
3. Mescolare i 50g di burro (morbidi ma non fusi) con la cannella e lo zucchero fino a ottenere una crema. Spalmarla sulla sfoglia. Distribuire le noci tritate al coltello sulla crema e arrotolare il tutto nella lunghezza
4. Tagliare il rotolo in due nella lunghezza, lasciando intatti i 2-3 primi centimetri;
5. Fare la treccia e darle una forma a ciambella, lasciar lievitare per 30 minuti prima di infornare a 200°C per 20 minuti, poi abbassare il forno a 180°C e lasciar cuocere per altri 15 minuti;
6. Sfornare e far sgocciolare, sulla brioche calda, il miele mescolato con l’acqua di fiori d’arancio, lasciar raffreddare e servire.

Questa è la mia versione: *

  • 300 g farina tipo 1
  • 140 ml latte senza lattosio
  • 30 g olio di semi di mais
  • 1 cucchiaio di miele
  • 1 cucchiaio di semi di lino macinati sciolti in poco latte tiepido tolto dalla dose (prepararlo 20 minuti prima di iniziare l’impasto per dare il tempo di gelificare)
  • 5 g di lievito di birra in granuli
  • un pizzico di sale
  • buccia grattugiata di un’arancia non trattata
  • per il ripieno
  • 40 g di burro
  • 3 cucchiai di zucchero scuro di canna
  • 50 g di noci tritate piuttosto fini
  • 1 cucchiaio di cannella in polvere
  • sciroppo d’acero per glassare (circa 2 cucchiai)

Il procedimento è lo stesso, solo nella distribuzione del ripieno ho fatto una modifica: ho spalmato l’impasto steso con il burro e poi ho spolverato con zucchero noci e cannella mescolati tra loro.
Ho provato anche una versione con olio di semi di mais al posto del burro, ne sono serviti due cucchiai abbondanti, diventa un po’ più difficile arrotolare l’impasto e intrecciarlo, è buono comunque e può servire a chi non vuole usare burro. Ho usato sciroppo d’acero per glassare perchè non sono riuscita a trovare un tipo di acqua di fior d’arancio di qualità accettabile.

*con lievito madre:

130 g lievito madre

1,5 g lievito di birra (con una bilancia precisa, altrimenti un cucchiaino piccolo, da caffè)

200 ml latte

Pan di spezie

  • 1 arancia piccola
  • 30 g fecola
  • 30 g farina di mandorle (oppure mandorle tritate a granella)
  • 70 g farina integrale
  • 130 g farina tipo 1 per dolci con lievito
  • 70 g di zucchero (aumentare a 80 se piace più dolce)
  • 20 g cacao amaro
  • 1 cucchiaio colmo di miele di castagno o simile
  • 1 cucchiaio di semi di lino macinati
  • 12 g lievito a base di cremor tartaro e bicarbonato
  • cannella, chiodi di garofano macinati, noce moscata, zenzero tutte in polvere (anice stellato se si trova)
  • cardamomo facoltativo (se si trova in polvere aggiungere alle altre spezie) in bacche, aprire le bacche e pestare i semini oppure metterli per mezz’ora in poco latte caldo, poi filtrare
  • 45 g olio di semi di mais o girasole alto oleico
  • latte circa 150-180 (non aggiungerlo tutto insieme)
  • 125 g mirtilli
  • 1 cucchiaino di aceto
  • sciroppo di acero o miele di castagno fluido per glassare la superficie (facoltativo)

Per prima cosa mettere nel latte i semini di cardamomo se si usano e in un altro piccolo recipiente i semi di lino macinati con qualche cucchiaio di latte tiepido. Grattugiare la buccia dell’arancia, pelare l’arancia a vivo, tagliarla a pezzi e frullarla con il frullatore a immersione. Se il miele non è fluido, farlo intiepidire a bagnomaria per scioglierlo. Preriscaldare il forno a 180-185 gradi.

Mescolare farine, zucchero, cacao, lievito e spezie in polvere, unire la buccia dell’arancia grattugiata, l’olio, il miele, la miscela di semi di lino e latte, il latte aromatizzato al cardamomo filtrandolo e l’arancia frullata, e continuare a mescolare aggiungendo latte poco alla volta fino ad ottenere una consistenza morbida ma non liquida. Alla fine unire i mirtilli sciacquati in un colino e scolati bene.

Unire il cucchiaino di aceto mescolando ancora una volta molto bene e versare l’impasto in uno stampo rettangolare da plum cake (lunghezza circa 30 cm) e cuocere in forno per circa 40 minuti, controllando la cottura con uno stuzzicadenti dopo 30 minuti.

Una volta sfornato si può glassare la superficie con un cucchiaio di sciroppo d’acero o di miele di castagno fluido.

TORTA SALATA DI CAROTE E MANDORLE

In questo difficile periodo anche organizzare la spesa può diventare complicato…Avendo in casa un surplus di carote ho provato ad inventarmi un nuovo utilizzo. La torta dolce di carote e mandorle riscuote sempre un certo successo, quindi ho pensato di ri-inventarla in versione salata e il risultato è stato soddisfacente ed apprezzato. È anche molto semplice da realizzare, la prossima volta proverò a seguire il suggerimento di mia figlia di far asciugare leggermente le carote tritate nel forno mentre si scalda per cuocere la torta, che dovrebbe così risultare più soffice e asciutta.

 

  • 300 g carote (peso pulite)
  • 50 g mandorle
  • 50 g fecola
  • 50 g farina integrale
  • 100 g farina 1
  • 80 g parmigiano grattugiato
  • 60 g circa provolone piccante
  • 30 g olio evo
  • 12 g lievito per torte salate (a base bicarbonato e cremor tartaro)
  • latte qb
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1 cucchiaino di aceto di mele

 

Tritare le carote con le mandorle unendo poco latte per tritare in maniera omogenea (suggerimento: si possono tritare senza aggiunta di latte e far asciugare per 10 minuti nel forno mentre si scalda per cuocere la torta, l’impasto resterà più asciutto e soffice)

Mescolare fecola, farine, parmigiano, sale, lievito e il provolone tagliato a cubetti, aggiungere le carote e le mandorle tritate versando poco latte alla volta alternato con l’olio fino ad ottenere un impasto ben amalgamato e non troppo morbido. Aggiungere il cucchiaino di aceto, dare un’ultima rimescolata e versare in una tortiera non molto grande, cuocere a 185 gradi per circa 45 minuti (fare la prova stecchino per controllare che la torta sia ben cotta). Se si sono frullate le carote quasi a crema la torta risulterà più morbida e umida, asciugando le carote al forno sarà più soffice e asciutta.

Panini senza lievitazione (con lievito chimico)

Ho trovato questa interessante ricetta per fare dei panini velocissimi, purtroppo non ricordo dove, capita di rimanere senza pane oppure per esigenze particolari di salute non poter usare lievito di birra o pasta madre, qui c’è la soluzione: in poco tempo, meno di un’ora, saranno pronti dodici panini all’olio soffici con la crosticina croccante. Si possono anche surgelare e tenere pronti per le emergenze.

In questo caso è preferibile non usare troppa farina integrale o semintegrale perchè farebbero più fatica a lievitare. Dopo alcune prove, secondo me la soluzione migliore è usare un misto di farina tipo 0 e tipo 1 con una piccola parte di farina integrale.

Nella ricetta che avevo trovato era riportata una dose di olio evo di 60 g, mi sembrava decisamente eccessiva, ho provato con 30 g e poi con 40 g, sono sufficienti entrambe, con 40 gdi ol i panini sono più saporiti.

Il lievito migliore da utilizzare è quello a base di cremor tartaro e bicarbonato, di solito lo preparo ma si trova anche già pronto in vendita, oppure si può usare il classico lievito per torte salate (riporto in nota le dosi del lievito casalingo).

Il liquido da usare può essere solo acqua, ma consiglio di usare il latte (o una miscela di acqua e latte) per avere panini più soffici e anche più gustosi. Si può scegliere latte bovino (preferisco senza lattosio) oppure latte vegetale, meglio di avena o di soia senza zucchero.

  • 500 g di farina (80-100 g di farina integrale, il resto metà farina 0 e metà farina 1)
  • 16 g lievito (vedi nota)
  • 1 cucchiaino di sale (circa 6 grammi)
  • 30-40 g di olio extravergine di oliva
  • 280 ml latte
  • semi di sesamo bianchi e neri (facoltativi)

 

Mescolare accuratamente farine lievito e sale (semi di sesamo se si usano), unire l’olio e infine il latte poco alla volta mescolando prima con un cucchiaio poi con le mani, lavorando l’impasto per qualche minuti con la stessa tecnica che si usa per il pane con lievito di birra o madre (usando un’impastatrice, versare tutto nella ciotola e avviare la macchina fino ad avere un impasto incordato). Formare un filone e tagliarlo in 12 pezzi più o meno della stessa dimensione. Prima di formare i panini accendere il forno a 200 gradi e stendere un foglio di carta forno sulla leccarda.

Stendere con le mani ogni pezzetto di pasta e piegarlo in tre, girarlo di 90 gradi e fare di nuovo tre pieghe, quindi arrotolare i panini chiudendo bene la parte  inferiore. Sistemarli sulla teglia e volendo praticare due tagli paralleli sulla superficie dei panini (aiuteranno la lievitazione).

Mettere la teglia in forno e cuocere per 30-35 minuti, non lasciarli scurire ma dorare bene.

 

Lievito per tutti gli usi. Mescolare

  • 100 g cremor tartaro
  • 45 g bicarbonato
  • 55 g amido di mais

con le bustine di cremor tartaro da 16 g che si trovano in commercio:

  • 48 g cremor tartaro
  • 22 g bicarbonato
  • 26 g amido di mais

Conservarlo in un vasetto di vetro ben chiuso e prima di usarlo mescolarlo sempre bene.

 

Crostata con composta di fragole

Sono arrivate le prime fragole della Basilicata, sono già molto buone anche se siamo solo ad inizio stagione e, visto che siamo forzatamente chiusi nelle case, almeno concediamoci un dolce primaverile colorato e nemmeno troppo trasgressivo.

La composta con cui ho farcito la crostata è molto diversa dalla classica marmellata, cotta a lungo e con parecchio zucchero. Per la composta ho usato la stevia ed ho cotto le fragole per un tempo brevissimo, giusto il necessario per ammorbidirle e perchè creassero una sorta di liquido sciropposo.

La pasta frolla è la solita semplice frolla all’olio senza uova, questa volta ho usato per la parte liquida metà acqua e metà latte, secondo me acquista ulteriore sapore, proverò anche ad utilizzare solo latte (che può essere sia vaccino senza lattosio o vegetale, di avena o mandorla senza zucchero aggiunto).

 

Per la pasta frolla:

  • 50 g farina di mandorle
  • 30 g farina di riso integrale o bianco
  • 170 g farina del tipo preferito (ho usato farina tipo 1 e tipo 2 in parti uguali, se si preferisce una parte di farina integrale direi di usarne 50 g. Si può anche usare solo farina integrale, in questo caso è preferibile il tipo per dolci, un po’ più sottile di quella solita)
  • 60 g zucchero di canna scuro
  • 2 cucchiaini di lievito a base cremor tartaro e bicarbonato (San Martino Antica Ricetta)
  • 40 g olio di mais o girasole alto oleico
  • 60-80 ml liquido (dipende dall’assorbenza delle farine) diviso tra acqua e latte o solo latte
  • estratto di vaniglia e cannella a piacere

 

Per la composta di fragole:

  • 500 g di fragole della Basilicata
  • 2 cucchiai rasi di stevia (si può naturalmente aumentare o diminuire la quantità a seconda dei gusti)
  • 2 cucchiaini di maizena

 

Preparare la frolla mescolando bene gli ingredienti secchi, unire l’olio, l’estratto di vaniglia se si usa, e il liquido poco alla volta mescolando prima con un cucchiaio poi con le mani fino ad ottenere una pasta ben amalgamata senza lavorarla troppo. Coprire con pellicola e lasciar riposare in frigorifero per un’ora almeno.

Preparare intanto la composta di fragole. Lavare bene le fragole lasciando attaccato il picciolo, quindi pulire e tagliare a pezzi non tanto grandi, sistemarle in una pentola antiaderente di medie dimensioni, coprire con la stevia e mescolare bene. Mettere la pentola sul gas abbastanza alto scuotendo la pentola ogni tanto fino a quando la stevia comincerà a sciogliersi e le fragole a rilasciare il loro liquido. Mescolare delicatamente e sempre con il gas alto lasciar cuocere per pochi minuti fino a quando si vedrà il liquido ridotto quasi a sciroppo. Togliere dal fuoco e lasciar raffreddare schiacciando leggermente le fragole con una forchetta. Aggiungere i due cucchiaini di maizena quando le fragole saranno tiepide.

Togliere la frolla dal frigorifero e dividerla in due parti, l’una i 3 quarti dell’altra, stendere la parte più grande a cerchio e trasferirla in uno stampo da crostata con fondo rimuovibile, i bordi del cerchio dovranno essere alti almeno due centimetri. Distribuire la composta di fragole e con la frolla tenuta da parte stesa con il mattarello formare delle decorazioni da sistemare sopra le fragole. Ripiegare i bordini della crostata verso l’interno e mettere la teglia in forno preriscaldato a 170-175 gradi e cuocere per 30-40 minuti controllando la cottura, la pasta non deve scurirsi ma soltanto dorarsi.

Verdure thai (con salsa speciale) e insalata di patate e cannellini

Questo piatto è ispirato ad una bellissima ricetta di Cucina Botanica https://www.cucinabotanica.com/post/riso-integrale-con-verdure-thai (ricette di cucina vegana con ingredienti semplici e risultati gustosissimi, consiglio di seguire i video di Carlotta anche solo per sentire la sua voce pacata descrivere i suoi piatti). Non avevo in casa gli ingredienti richiesti e ho utilizzato le verdure che avevo a disposizione. Ho deciso di completare la cena con un’insalata di patate e cannellini, ma le verdure cucinate in questo modo vanno benissimo anche per riempire le piadine e naturalmente insieme al riso, integrale o anche basmati.

Per tre persone

  • un piccolo scalogno o una cipollina
  • un pezzetto di zenzero (circa un paio di centimetri, regolate la quantità a piacere)
  • 3 carote piccole
  • 3 zucchine medio grandi
  • uno spicchio di cavolo cappuccio rosso
  • un quarto di peperone rosso (oppure qualche cimetta di broccolo o di cavolfiore)
  • olio evo
  • olio di sesamo (facoltativo)
  • 3 grosse patate
  • 1 scatola piccola (140 g) di fagioli cannellini cotti a vapore (sono più saporiti di quelli lessati). Si può anche usare una scatola da 240 g riducendo la quantità di patate
  • olio evo, sale, pepe
  • 2 cucchiai di burro di arachidi (scegliere il tipo composto unicamente da arachidi o al massimo con aggiunta di sale)
  • salsa di soia
  • un cucchiaino piccolo di zucchero
  • acqua qb

 

Cuocere le patate tagliate a pezzetti a vapore nella pentola a pressione e tenerle al caldo. Scolare e sciacquare a lungo i cannellini sotto acqua corrente, metterli in una ciotola e farli intiepidire nel microonde poco prima di servirli uniti alle patate ancora calde.

Tritare zenzero e scalogno o cipollina, scaldare un cucchiaio di olio evo in una pentola tipo wok e rosolare le verdure a fuoco bassissimo. Si può decidere di tritare anche le carote oppure tagliarle a bastoncini come le zucchine e il peperone, in ogni caso unirle nella pentola prima delle altre verdure e cuocerle per circa 5 minuti. Aggiungere le zucchine e il peperone, mescolare bene, cospargere con pochissimo sale per far uscire l’acqua dalle verdure. Affettare finissimo il cavolo cappuccio con un pelapatate e unirlo alle altre verdure insieme alle cimette di broccolo se si usano. Continuare a cuocere mescolando ogni tanto fino a quando le verdure avranno raggiunto il punto di cottura più gradito. Spegnere il fuoco e versare un cucchiaio di olio di sesamo (io avevo a dispozione il tipo da usare unicamente a crudo, avendo invece il tipo che sopporta il calore utilizzarlo per cuocere le verdure dall’inizio), quindi cospargere le verdure con una parte della salsina a base di burro di arachidi mescolando bene (tenere da parte il resto della salsa che ognuno aggiungerà a piacere).

La salsa si prepara semplicemente stemperando il burro di arachidi con qualche cucchiaio di salsa di soia, poco zucchero e acqua quanto basta aggiunta poco alla volta fino ad ottenere la consistenza voluta, non dovrà essere troppo densa ma piuttosto fluida.

Versare le patate e i fagioli cannellini riscaldati in una ciotola grande e condirli con sale, pepe e olio evo saporito.

Servire l’insalata di patate insieme alle verdure e versare sul tutto ancora dei fili di salsa al burro di arachidi.

 

Piadine con hummus, carote al forno e olive aromatiche

Un pasto completo dal punto di vista nutrizionale, gradevole e colorato, semplice da realizzare e con ingredienti facili da reperire, richiede soltanto un po’ di tempo per la preparazione e cottura delle piadine (e un po’ di pazienza per la noiosa operazione di eliminazione della pellicina dei ceci…). Alle olive aromatiche si possono aggiungere dei pezzettini di formaggio tipo grana o parmigiano, io ho usato il Gran Käse che trovo in Alta Val Camonica (http://www.formaggeriacamuna.it/gran-kaese), non è indispensabile usare il formaggio se non è gradito.

Hummus, carote e olive si possono preparare in anticipo, anche il giorno precedente, si conserveranno bene e acquisteranno aromi e sapori.

Le dosi sono sufficienti per 4 persone.

 

Per le piadine:

  • 300 g farina (150 integrale 150 tipo 0, oppure tutta tipo 1 o 2 come si preferisce)
  • 3-4 cucchiai olio evo
  • 140 ml circa acqua
  • sale
  • 1 cucchiaino o poco più di lievito per torte salate o bicarbonato (se si usa il bicarbonato diminuire la dose per non sentirne il sapore troppo marcato)

 

Impastare il tutto lavorando prima con un cucchiaio poi con le mani fino a quando la pasta sarà molto liscia,  lasciar riposare 30-40 minuti, poi staccare dei pezzi di peso all’incirca uguale e schiacciarli prima con le mani poi con il mattarello cercando di dare una forma il più possibile rotonda (io preferisco fare delle piadine piuttosto piccole, circa 18 cm di diametro, sono più pratiche da gestire a tavola). Nel frattempo scaldare il testo o una padella antiaderente con fondo pesante e cuocere le piadine  per circa 2-3 minuti per parte, appoggiandole man mano su un piatto coperto con un telo pesante per tenerle al caldo. Se dovessero avanzare saranno ottime anche, una volta fredde, tagliate a triangoli, tostate nel forno fino a doratura e spennellate con olio, sale, peperoncino e aromi a piacere.

 

Hummus di ceci

  • 1 vasetto da 240 g di ceci
  • 1-2 cucchiai di tahina
  • olio evo
  • succo di limone a piacere
  • pizzico di sale, peperoncino in polvere, aglio fresco o in polvere solo se gradito
  • acqua q.b.

 

Per togliere la pellicina dei ceci più facilmente (operazione che preferisco fare sia per maggiore digeribilità dei ceci sia per avere un hummus dalla consistenza più liscia e soffice) si possono sciacquare sotto un getto di acqua bollente per un paio di minuti o lasciarli in acqua molto calda per una decina di minuti.

Sbucciarli lasciandoli cadere direttamente nel mixer, unire la tahina dosando la quantità per accentuare o meno il gusto del sesamo, unire succo di limone, un pizzico di sale, due cucchiai di olio evo e peperoncino a piacere (non è strettamente necessario se non piace) e iniziare a frullare unendo poca acqua alla volta fino ad ottenere una crema liscia e morbida. Versarla in una ciotola e aggiungere ancora un filo di olio in superficie.

 

Carote al forno

  • 800 g di carote piuttosto piccole
  • foglioline di timo fresco
  • rosmarino tritato fresco o secco
  • olio evo e sale per condire dopo la cottura

 

Pulire le carote, tagliarle a metà per il lungo e poi a quarti (se sono lunghe, tagliarle a metà anche in orizzontale) sistemarle in una teglia antiaderente o foderata con carta forno, cospargerle con timo e rosmarino e cuocerle in forno a 220 gradi per circa 30 minuti o fino a quando inizieranno a colorire. Versarle in una ciotola e condirle con olio e sale mescolando bene.

 

Olive aromatiche

  • 1 vasetto di olive Peranzana o Gaeta denocciolate (formaggio Gran Käse o simili)
  • olio evo
  • peperoncino
  • origano o za’atar

 

Sgocciolare le olive e sciacquarle sotto acqua corrente per togliere l’eccesso di sale, sistemarle in una ciotola e condirle con olio evo, peperoncino e origano o za’atar a piacere, mescolando bene.

Se si usa il formaggio tagliare piccoli pezzetti in quantità a piacere e mescolarli alle olive.

 

Per servire, spalmare le piadine con l’hummus, sistemare un po’ di carote cercando di metterle ravvicinate, unire un po’ di olive (e formaggio) e arrotolare le piadine possibilmente ancora tiepide.

Se dovessero avanzare carote hummus e olive, saranno un ottimo antipasto il giorno successivo, oppure potranno accompagnare del riso basmati bianco o integrale cotto semplicemente senza altri condimenti.

 

 

 

 

 

 

Pane di segale con fichi secchi e noci

In Alta Val Camonica è facile trovare questo pane (chiamato anche Bisciola povera, che in realtà di povero non ha proprio niente!) in versioni più o meno rustiche e più o meno ricche di frutta secca. Il mio preferito è quello con farina di segale integrale strapieno di fichi secchi e noci, ruvido, rustico e saporitissimo. In alcune versioni viene aggiunto un po’ di zucchero ma secondo me il gusto del pane viene stravolto, deve essere un pane reso vagamente dolce solo dal gusto dei fichi secchi. Ottimo accompagnato da formaggi più o meno freschi e più o meno saporiti, e squisito anche a colazione spalmato di burro o ricotta se si possono usare i latticini, a me piace con il “burro” di mandorle, denso e non zuccherato, naturalmente è squisito anche mangiato da solo, meglio di un dolce!

La mia versione non è particolarmente rustica, non è facile preparare in casa un pane composto esclusivamente da farina di segale, ho aggiunto una parte di manitoba, il pane risulta più “leggero” e più morbido di quello di sola farina di segale. La preparazione richiede una lievitazione molto lunga, sia in ciotola che con pane già formato.

 

  • 150 g pasta madre rinfrescata
  • 250 g farina di segale integrale
  • 100 g manitoba tipo 1
  • 1 cucchiaino di malto d’orzo (o zucchero)
  • 1 cucchiaino di sale
  • 220-240 ml acqua
  • 120 g gherigli di noci spezzettate grossolanamente
  • 8-10 fichi secchi (dipende dalle dimensioni) tagliati a pezzettini (oppure metà fichi secchi e metà uvette, il pane sarà un pochino più dolce)

 

Portare la pasta madre a temperatura ambiente nella ciotola dell’impastatrice, aggiungere 200 ml di acqua e il malto e mescolare con un cucchiaio, unire quindi le farine e iniziare ad impastare, unendo il sale e altra acqua se necessario per avere un impasto più morbido di quello fatto con le farine di grano. Quando l’impasto sarà già un po’ amalgamato versare noci e fichi e continuare ad impastare per distribuirli bene.

Gli impasti con la farina di segale non si “incordano” molto, restano più molli e più appiccicosi. Fare delle pieghe in ciotola aiutandosi con poca semola di grano duro, cercando di formare una palla che andrà lasciata a lievitare per almeno 5 o 6 ore.

Terminata la lievitazione, rovesciare la ciotola su un piano cosparso con semola di grano duro e formare un filone, infarinarlo bene e metterlo in un cesto per la lievitazione oppure su un tagliere ricoperto con carta forno, coprire il filone e lasciarlo lievitare altre 3 o 4 ore.

Preriscaldare il forno a 240 gradi con all’interno la leccarda posizionata sul ripiano più basso, a temperatura raggiunta sistemare il filone (dopo aver praticato due o tre tagli in diagonale sulla superficie) sulla piastra coprendola prima con carta forno, cuocere per 10-12 minuti a 240 gradi, quindi abbassare la temperatura a 200 gradi per altri 20 minuti, poi a 180 per 8-10 minuti e con apertura della porta del forno a spiffero per altri 8 minuti a 150 gradi.

Togliere dal forno e posizionare su una griglia per far raffreddare bene il pane, tagliarlo solo quando sarà freddo. Si può conservare per un mese nel congelatore tagliato a fette e chiuso bene nei sacchetti appositi.

 

 

 

 

Torta alle noci e caffè

Variazione del plum cake noci-caffè. Questa torta diventa più “croccante” e in un certo senso più saporita del plum cake perchè contiene una parte di noci ridotta a farina e una dose più abbondante di caffè. Con queste quantità di farina ho usato una tortiera da 24 cm di diametro (antiaderente o foderata con carta forno).

 

  • 120 g di noci (volendo con una parte di noci pecan)
  • 50 g di fecola
  • 100 g di farina integrale
  • 170 g di farina 1 con lievito
  • 1 cucchiaio di cacao amaro
  • 12 g lievito Antica Ricetta S. Martino
  • 1 punta di cucchiaino di bicarbonato
  • 100 g di zucchero di canna integrale (o demerara)
  • 150 g di caffè freddo non zuccherato
  • 40 g di olio di semi di mais
  • 2 cucchiaini di estratto di vaniglia home made
  • mezzo cucchiaino di cannella in polvere
  • qualche cucchiaio di latte vaccino o vegetale (anche acqua)
  • 1 cucchiaino di aceto di mele

Tritare 60 g di noci fino a ridurle in farina (utile l’aggiunta di un cucchiaio di zucchero perchè non si trasformi in pasta) e tagliare a pezzi o a granella i restanti 60 g.

In una ciotola versare la farina di noci e tutti gli ingredienti secchi, mescolare molto accuratamente quindi unire le noci a pezzi o a granella.

Aggiungere quindi l’olio, la vaniglia e il caffè continuando a mescolare e unendo poco latte alla volta se necessario per avere un composto facilmente lavorabile ma non troppo liquido. Solo quando il tutto sarà ben amalgamato unire il cucchiaino di aceto e mescolare ancora molto bene, quindi versare il composto nella tortiera e cuocere in forno preriscaldato a 185 gradi per 35-40 minuti, facendo la classica “prova stuzzicandenti” per verificare che la torta sia ben cotta all’interno.

GIARDINIERA di verdure miste conservate sotto aceto

Ispirata alla giardiniera di Marco Bianchi https://www.marcobianchi.blog/2019/08/08/la-mia-giardiniera/ con modifiche che assecondano i nostri gusti. La prima volta avevo messo anch’io i capperi ma facendoli bollire nell’aceto hanno perso completamente il loro sapore, quindi l’ho ritenuta un’aggiunta inutile. Invece se piace un’aggiunta interessante potrebbe essere una piccola quantità di pepe nero in grani oppure senape in grani (o entrambi se piace il piccante).

 

  • 1 cavolfiore (oppure una confezione di cimette colorate, consigliata per una questione estetica, un po’ meno ecologica perchè confezionata in vaschette di plastica e senza poter utilizzare tutte le parti dei cavolfiori…)
  • un pacchetto circa di carote piccole (quelle che trovo io pesano 450-500 g)
  • una confezione piccola di cipolline preferibilmente già pelate
  • 1 grosso peperone giallo
  • 1 grosso peperone rosso
  • 2 mazzi di rapanelli
  • 1 litro aceto di vino (eventuale aggiunta di un po’ di aceto di mele)
  • mezzo litro di acqua (o un pochino di più se serve)
  • 40 g di zucchero di canna
  • 15 g di sale (piccole aggiunte di entrambi nel caso si aumenti leggermente la quantità di aceto e acqua
  • una decina circa di vasetti medi sterilizzati

 

Pulire le verdure e tagliarle a pezzi non piccolissimi. Portare ad ebollizione aceto acqua zucchero e sale, immergere le verdure e calcolare 3-5 minuti di cottura dalla ripresa dell’ebollizione.

Scolare le verdure conservando il liquido di cottura, sistemarle nei vasetti ancora calde, aggiungere il liquido sempre caldo, chiudere i vasetti e sterilizzarli facendoli bollire per 30 minuti e lasciando raffreddare all’interno delle pentole. Si possono consumare dopo un paio di settimane. Dopo l’apertura si devono conservare in frigorifero. L’aceto che avanza nei vasetti è ottimo per condire le verdure sia crude che cotte!