Farfalle integrali con crema di ceci, zucchine e olive marinate

Cene preparate al volo cercando di inventare piatti sani nutrienti e completi, con risultati alterni…Questa pasta è piaciuta molto, è semplice e veloce da preparare e può accontentare anche chi non consuma prodotti animali, è sufficiente non completarla con la classica spolverata di parmigiano.

Le olive che preferisco usare sono quelle di Gaeta e le Peranzana, denocciolate per praticità, sciacquate sotto acqua calda per un paio di minuti per eliminare l’eccesso di sale.

Di solito preferisco togliere la pellicina ai ceci e questa noiosa operazione riesce meglio se si sciacquano sotto l’acqua calda oppure si lasciano per una decina di minuti in un recipiente con acqua calda.

 

Per tre persone

  • 220-240 g farfalle rigate integrali
  • una confezione piccola di ceci cotti a vapore (sono più saporiti) peso sgocciolato 140 g
  • 2-3 zucchine (dipende dalla dimensione)
  • mezzo vasetto di olive denocciolate
  • origano, rosmarino secco tritato fine, peperoncino in polvere, aglio disidratato granulato, pepe nero macinato fine
  • olio evo, sale

 

Sgocciolare le olive dalla salamoia, sciacquarle sotto acqua calda, sistemarle in una ciotola e condirle con olio, origano, pepe e peperoncino a piacere, mescolando molto bene per insaporirle.

Frullare i ceci sgocciolati e sbucciati con acqua sufficiente a ridurli in una crema morbida. Condirli con rosmarino seccato e tritato finissimo e aggiustare di sale, unire peperoncino e aglio a piacere.

Tagliare le zucchine a cubetti abbastanza piccoli e farle saltare in olio unendo subito un po’ di sale per far rilasciare l’acqua che contengono, cuocerle a fuoco medio fino a quando saranno ammorbidite e leggermente colorite. Usare una padella grande tipo wok nella quale verrà poi fatta insaporire la pasta.

Intanto cuocere la pasta per il tempo indicato sulla confezione. Versare la crema di ceci nella padella con le zucchine e scaldare a fuoco basso unendo un paio di cucchiai di acqua di cottura della pasta per diluirla. Scolare la pasta tenendo da parte altra acqua di cottura, metterla nella padella con zucchine e crema di ceci e mescolare accuratamente unendo man mano tanta acqua di cottura quanto basta per tenere la pasta cremosa senza farla asciugare troppo (non lasciarla sul fuoco più di due minuti altrimenti la pasta tenderà a scuocere). Spegnere il gas unire le olive con il loro olio ed eventualmente altro olio per condire bene la pasta. Servire nei piatti spolverando con parmigiano se gradito tenendo presente che la pasta sarà già molto saporita.

IRISH SODA BREAD CON LATTE VEGETALE

L’Irish Soda Bread è un pane tipico irlandese senza lievitazione che prevede tra i suoi ingredienti il buttermilch (latticello) che è il residuo della lavorazione del burro, e il bicarbonato che agisce come lievito attivato dal buttermilch che è leggermente acido. Se non si trova il buttermilch si può usare yogurt da solo o mischiato a latte, o anche latte acidulato con limone. Per problemi di intolleranza ai latticini ho provato a farlo con latte vegetale e anche in questo caso si deve usare succo di limone per attivare il lievito. Per attenuare il gusto del bicarbonato ho utilizzato mezza dose di bicarbonato e mezza di cremor tartaro. La ricetta originale è di una ragazza irlandese (anche se esiste una Society for the preservation of Irish Soda Bread che prevede un disciplinare ben preciso…) e devo dire che il pane con latte vegetale non ha nulla da invidiare a quello tipico che ho fatto altre volte con il buttermilch (lo trovo quasi sempre da Naturasi).

  • 200 g farina tipo 1 o 0
  • 150 g farina integrale
  • 50 g fiocchi di avena (si può modificare la quantità di fiocchi di avena a 100 g diminuendo di 50 g la farina tipo 1)
  • una manciata di fiocchi di avena per cospargere la superficie del pane (facoltativa)
  • 1 cucchiaino di sale
  • mezzo cucchiaino da tè di bicarbonato
  • mezzo cucchiano da tè di cremor tartaro
  • 300 ml latte di avena senza zucchero (o altro latte vegetale con sapore neutro e senza zucchero, tipo soia o riso)
  • 1 cucchiaio di succo di limone

 

Scaldare il forno a 220 gradi. Mescolare bene gli ingredienti secchi, unire il latte e mescolare con un cucchiaio, unendo il succo di limone mentre si mescola. Impastare quindi velocemente con le mani, formare una pagnotta oppure un filone, volendo cospargerli con fiocchi di avena inumidendo prima leggermente la superficie del pane, sistemarlo su una teglia foderata di carta forno e praticare un taglio a croce se la pagnotta è rotonda oppure tre tagli in diagonale se si è formato un filone.

Cuocere in forno per 30 minuti, se il pane non fosse dorato proseguire la cottura ancora per il tempo necessario per avere una bella pagnotta colorita (massimo altri 10 minuti).

Nuovo: si può usare anche un’altra tecnica di cottura, impastando velocemente gli ingredienti secchi con il latte vegetale mischiato al succo di limone, senza poi lavorare l’impasto a mano, e versando quindi la miscela ottenuta in uno stampo da plum cake antiaderente o foderato con carta forno, praticando uno o due tagli sulla superficie. Cuocere in forno a 220 gradi per 30 minuti, togliere il pane dallo stampo e proseguire la cottura per 15-20 minuti o fino a quando il pane risulterà ben cotto anche nella parte inferiore.

TORTA DI CAROTE E MANDORLE

Esistono moltissime ricette per la torta di carote, anch’io ne ho sperimentate diverse negli anni, con questa versione direi di aver raggiunto il risultato migliore (almeno per il mio gusto!). Se si usa il latte di mandorle zuccherato è meglio diminuire la dose dello zucchero altrimenti la torta risulterebbe troppo dolce (le carote e le mandorle hanno sapore abbastanza dolce).

  • 50 g fecola
  • 100 g farina integrale per dolci
  • 200 g farina tipo 1 con lievito per dolci
  • 200 g di carote pulite
  • 100 g di mandorle (metà pelate metà con la buccia)
  • 80 g zucchero di canna scuro (e due pizzichi di zucchero di canna chiaro per la superficie della torta)
  • 7-8 g lievito antica ricetta S. Martino (14 g se non si usa farina con lievito)
  • 40 g olio di semi di mais
  • latte senza lattosio qb (o latte di mandorle senza zucchero)
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia home made
  • cannella a piacere
  • 1 cucchiaino di aceto di mele

Frullare carote, mandorle e zucchero non troppo finemente. Mescolare gli ingredienti secchi, unire il composto di carote e un po’ di latte continuando a mescolare. Aggiungere ancora un po’ di latte, l’olio e la vaniglia, continuare ad aggiungere latte fino ad avere un impasto cremoso ma non liquido. Unire infine il cucchiaio di aceto di mele, mescolare, versare nella tortiera (la mia era diametro 24 cm) e cospargere la superficie con un paio di pizzichi di zucchero di canna chiaro. Infornare a 185 gradi per circa 45-50 minuti.

GNOCCHI DI SEMOLINO IN VERDE

Ispirati dagli gnocchi alla romana, ma chiamarli così sarebbe eccessivo…Gli originali prevedono aggiunta di burro e uova e non contemplano gli spinaci. Qui ogni scusa è buona per aggiungere verdure che altrimenti non verrebbero apprezzate. Una cosa hanno in comune con gli gnocchi alla romana, sono buonissimi!

Dose per 3 persone come piatto unico

 

 

 

  • 125 g semolino
  • 1 cucchiaio colmo di maizena
  • mezzo litro di latte
  • 200 g di spinaci surgelati
  • parmigiano grattugiato
  • olio evo, sale, pepe, noce moscata

Cuocere gli spinaci in poca acqua fino a quando saranno completamente scongelati e molto morbidi. Scolarli e schiacciarli per far perdere liquido e lasciarli raffreddare.

Portare il latte al punto di ebollizione, versare a pioggia il semolino mischiato con la maizena e mescolare rapidamente per evitare la formazione di grumi. Cuocere per 7-8 minuti. Nel frattempo frullare gli spinaci che saranno abbastanza asciutti e freddi, mescolarli quindi al semolino e lasciar cuocere per qualche minuto. Salare e a fuoco spento insaporire con noce moscata e a piacere un po’ di pepe nero. Quando il composto sarà intiepidito aggiungere 3 cucchiai colmi di parmigiano grattugiato e 1 cucchiaio di olio.

Stendere il semolino su un foglio di carta forno sistemato su una teglia rettangolare cercando di formare uno strato uniforme e lasciarlo raffreddare completamente.

Quando sarà freddo e compatto tagliarlo a rombi o a quadrotti con un coltello, oppure a dischetti, oliare una teglia antiaderente e sistemare gli gnocchi verdi sovrapponendoli leggermente l’uno all’altro. Spolverizzarli con un po’ di parmigiano, cospargerli con un filo d’olio e con un paio di cucchiai di latte (serviranno ad evitare che il formaggio secchi troppo). Mettere in forno a 200 gradi (non è necessario preriscaldarlo) e quando inizieranno a dorare cospargerli con altro parmigiano e portarli a doratura lasciandoli in forno ancora pochi minuti.

Torta con l’uva seconda versione

Mi incuriosiva provare l’olio (o burro) di cocco in un dolce, dopo aver sentito varie voci a favore di questo grasso come pure altre voci contrarie. Alla fine ho concluso che usandone una piccola quantità e sporadicamente non penso sia un grosso problema! Sicuramente garantisce un aroma squisito alle torte pur usandone solo 25-30 grammi con una quantità di farina superiore ai 300 grammi. Quindi ho pensato di riprovare la torta con l’uva finchè ho trovato uva italiana nei negozi, modificando anche i quantitativi e le tipologie delle farine. È risultata una torta decisamente più buona e saporita della prima versione (che era comunque molto gradita).

Avendo aumentato la quantità di farina ho usato una tortiera più grande, 24 cm di diametro, e ho aumentato leggermente il tempo di cottura.

 

  • 1 confezione di uva senza semi mista bianca e nera (o solo di un colore, la migliore è la rossa, più dolce)
  • 150 g farina 1 con lievito
  • 50 g farina integrale
  • 50 g fecola
  • 100 g farina 1
  • 30 g farina di mandorle
  • 60 g zucchero mascobado o canna integrale
  • 14 g lievito
  • 1 cucchiaino vaniglia
  • spruzzata di cannella
  • 25-30 g olio (o burro) di cocco
  • 25 g olio di semi di mais
  • 1 cucchiaino di aceto di mele
  • 350 g latte senza lattosio (o quanto basta per un impasto morbido ma sostenuto)
  • mandorle per decorare
  • un po’ di zucchero di canna da cospargere sulla superficie della torta

 

Pulire e lavare l’uva, tagliare a metà gli acini più grandi.

Mescolare tutti gli ingredienti secchi accuratamente. Aggiungere una parte del latte, l’olio di cocco (sciolto o cremoso), l’olio di mais e mescolando unire altro latte fino ad ottenere un impasto ben legato e morbido ma abbastanza denso. Versare il cucchiaino di aceto e l’uva e mescolare con forza per distribuire bene tutti gli acini. Mettere il composto in una tortiera a cerniera antiaderente da 24 cm di diametro, distribuire parecchie mandorle con la buccia o senza sulla superficie e cospargere con zucchero di canna. Cuocere in forno preriscaldato a 185 g per 50 minuti, mettendo la tortiera sulla griglia più bassa del forno. Controllare comunque la cottura con la solita prova dello stuzzicadenti.

Tortini ai funghi porcini

Ricetta trovata su Sale&Pepe con alcune modifiche. Con queste dosi ho ottenuto 8 tortini, serviti come antipasto sono sufficienti per 8 persone, servendone due a testa con un bel contorno di verdure è un nutriente secondo piatto (o anche piatto unico per un pranzo veloce o … per chi non è abituato a mangiare molto). Ho usato la fontina per gusto personale, si possono usare altri tipi di formaggi stagionati ma ancora abbastanza morbidi per poter fondere leggermente in cottura. Non è indicata la quantità, anche qui dipende dai gusti, se si preferisce far prevalere il sapore dei funghi è meglio usare meno formaggio.

Per cuocere i tortini ho usato gli stampini classici in alluminio monoporzione foderati con carta forno e per tagliare i cerchi un coppapasta di 8 cm di diametro.

 

  • 1 rotolo di pasta sfoglia rotondo
  • 500 g di funghi porcini
  • 80 g circa di fontina
  • 60 g di nocciole tostate
  • qb di parmigiano grattugiato
  • olio, sale, pepe, timo, aglio in polvere (o 1 spicchio di aglio)

 

Pulire i funghi e affettarli non troppo sottili. Rosolarli in una padella con poco olio, un pizzico di aglio in polvere (o uno spicchio di aglio) e qualche rametto di timo. Portarli a cottura, salare e pepare.

Tagliare la fontina a fettine sottili e tritare le nocciole grossolanamente.

Con il coppapasta ricavare 8 dischetti dal rotolo di pasta sfoglia e sistemarli all’interno degli stampini di alluminio foderati con un quadrato di carta forno cercando di stendere bene la pasta. Distribuire uno strato di nocciole tritate, uno strato di funghi, parmigiano grattugiato e fontina, ripetere lo strato di funghi e formaggi e di nuovo cospargere con le nocciole. Coprire le tortine con gli avanzi della pasta sfoglia, con un po’ di attenzione si riuscirà a sigillare bene il ripieno.

Cuocere i tortini in forno a 200 gradi per circa 20-25 minuti, capovolgerli su un piatto di portata e lasciarli leggermente intiepidire prima di servirli. Sono comunque buoni anche a temperatura ambiente.

 

Lo Strudel di mele

Lo strudel di mele forse uno dei dolci più semplici, soprattutto nella sua versione più tipica (anzi, nelle sue versioni, ci sono alcuni varianti piccole ma essenziali) e nella sua semplicità uno dei dolci più buoni. La pasta che lo avvolge può essere pasta sfoglia, pasta frolla morbida o croccante, ma secondo me la migliore in assoluto è la cosiddetta pasta matta, costituita soltanto da farina, acqua e un grasso, che può essere burro, olio o un misto dei due (a volte si trova la versione che contiene uova in piccola quantità), magari con una piccola aggiunta di grappa o vino bianco secco per ottenere una maggiore croccantezza. Si può anche usare latte al posto dell’acqua, la pasta in questo modo diventa più simile a biscotti ma resta più morbida. Preferisco in assoluto la versione più semplice che secondo me esalta il sapore del ripieno arricchendolo senza coprirlo.

 

  • 150 g farina (per me tipo 1, si può usare anche la tipo 0)
  • 20 g di burro
  • 20 g di olio di semi di mais (o quello che si preferisce, anche di oliva leggero) (secondo me posso bastarne 15 g)
  • 50 ml tra acqua e vino bianco secco (metà e metà, se si usa grappa metterne solo un cucchiaio). Potrebbe servirne qualche cucchiaiata in più, dipende dal tipo di farina usata
  • un pizzico di sale
  • Per il ripieno:
  • 600 g circa di mele (Golden, renette, morgenduft)
  • 60 g di zucchero (usando le Golden si può diminuire un pochino lo zucchero)
  • 50 g uvette
  • 50 g noci spezzettate grossolanamente
  • 15 g di burro
  • 3 cucchiai di pangrattato (ho usato quello di riso)
  • cannella a piacere
  • se piace, zucchero a velo per spolverare la superficie

Fondere il burro e lasciarlo raffreddare. Mescolare la farina con il sale in una ciotola, versare burro e olio e iniziare a mescolare, unire quindi acqua e vino leggermente intiepiditi e lavorare l’impasto (unendo eventualmente altra acqua) fino a quando diventerà soffice elastico e non appiccicoso. Coprire la ciotola con pellicola e lasciar riposare in luogo tiepido per un’ora circa.

Intanto preparare il ripieno, tagliando le mele (sbucciate o meno a piacere) a fettine sottili e mettendole in una ciotola capiente. Volendo si possono bagnare con del succo di limone e unire un po’ di scorza, a me non piace il gusto che prendono. Unire noci, uvette, zucchero e cannella e mescolare molto bene. Unire infine i 15 g di burro precedentemente fuso e mescolare nuovamente.

Stendere la pasta su un pezzo grande di carta forno fino ad ottenere un rettangolo grande e sottilissimo, la tradizione suggerisce di farlo sopra un canovaccio infarinato, aiutandosi anche con le mani per tirare piano piano la pasta per assottigliarla (anche se si dovessero formare alcuni buchi non è importante, si possono facilmente ricoprire quando si arrotola lo strudel). Cospargere la pasta con il pane grattugiato, versare il composto di mele e distribuirlo bene lasciando un paio di centimetri vuoti sui bordi. Piegare verso l’interno i due lati più corti ed iniziare ad arrotolare lo strudel dal lato più lungo sigillando bene i bordi. Piegarlo leggermente a ferro di cavallo e sistemarlo sopra una teglia tenendo sotto la carta forno. Si può spennellarlo di burro sulla superficie ma non è indispensabile. Cuocere a 190 gradi per circa 40 minuti o finchè la superficie risulterà dorata (non farla scurire) verificando che cuocia bene anche nella parte inferiore.

È ottimo gustato appena tiepido.

 

FOCACCIA CON RIPIENO DI ZUCCHINE

Una gustosa focaccia morbida e soffice che può sostituire un pasto visto che contiene carboidrati, verdure e latticini (proteine), magari unendo una porzione di verdure crude o cotte a piacere.

Per avere una focaccia alta, ben lievitata e morbida ma con la crosticina croccante e saporita il sistema è stenderla in teglia (dopo la prima lievitazione) schiacciandola e tirandola piano fino a riempire completamente la superficie della teglia e lasciarla lievitare a lungo. Per quanto riguarda la cottura, non esagerare con tempi troppo lunghi, appena la superficie sarà dorata la focaccia è pronta.

Ho usato vari tipi di farina per finire le piccole quantità rimaste, suggerisco comunque di utilizzare una parte di semola di grano duro (integrale o meno a piacere) e una di manitoba, quest’ultima per una lievitazione migliore mentre il grano duro darà un sapore più intenso alla focaccia.

Al termine della ricetta alcuni suggerimenti per chi non vuole usare latticini.

 

130 g lievito madre rinfrescato

210 g acqua

300 g farina (50 g circa semola grano duro integrale, 40 g farina integrale, 70 g manitoba tipo 1, 140 g Risciola)

15 g olio

1 cucchiaino scarso malto d’orzo

1 cucchiaino di sale

5 zucchine non tanto grandi e sode

olio

sale

parmigiano grattugiato

formaggio zymil spalmabile senza lattosio

origano e basilico

 

Preparare la pasta sciogliendo il lievito nell’acqua con il malto, aggiungendo l’olio e le farine e il sale. Lavorare bene nell’impastatrice, poi finire l’impasto a mano, formare pieghe, coprire e lasciar lievitare almeno 3 ore.

Nel frattempo preparare le zucchine, lavarle bene spazzolandole, tagliarle a metà e poi in quarti, affettarle non tanto sottili, sistemarle in uno scolapasta e cospargerle con un cucchiaino di sale, mescolando bene. Lasciarle riposare per permettere di rilasciare il liquido in eccesso. Strizzarle molto bene tra le mani o usando un panno pulito, scaldare poco olio in una wok e cuocerle le zucchine per circa 15 minuti. A fuoco spento aggiungere origano secco e basilico fresco spezzettato a piacere. Lasciarle raffreddare, quindi aggiungere due cucchiai di formaggio spalmabile e quattro cucchiai di parmigiano grattugiato, mescolando bene.

Al termine della lievitazione dividere la pasta della focaccia in due parti uguali senza schiacciarla né lavorarla, ungere una teglia rettangolare media con un goccio di olio e stendere delicatamente metà della pasta. Stendere l’altra metà su un foglio di carta forno, coprire con un telo pulito e lasciar lievitare un’ora o, avendo tempo, anche di più. Versare poi il composto di zucchine sulla pasta nella teglia distribuendolo bene, coprire con l’altra metà di impasto saldando la pasta lungo il perimetro. Formare fossette con le dita sulla superficie, coprire e lasciar lievitare ancora un’ora. Intanto accendere il forno a 220 gradi e preparare in una ciotola un cucchiaio abbondante di olio con altrettanta acqua e sbattere bene per ottenere un’emulsione da versare sulla superficie della focaccia. Cospargere con sale fino senza eccedere e infornare nella parte bassa del forno per circa 25 minuti o fino a leggera doratura della superficie (non cuocere troppo a lungo per avere una focaccia morbida).

Per chi non usa latticini, al posto del parmigiano si possono usare mandorle tritate molto fini (io preferisco con la buccia), e invece del formaggio spalmabile 100 g di panna vegetale, (avena, soia, riso, ovviamente senza zucchero) mescolata ad un cucchiaino colmo di maizena e poco sale.

Biancomangiare…in rosa

Il “biancomangiare” tradizionale è un budino fatto con latte di mandorle e frumina, ne ho fatta una versione più alleggerita (soprattutto di zucchero) e arricchita con frutta fresca, fragole nel periodo in cui sono molto dolci e saporite, da provare anche con i mirtilli che in piena estate sono i frutti che preferisco.

 

  • 350-400 g fragole
  • 2-3 cucchiai di stevia (si può anche non usare la stevia o diminuirla se le fragole sono molto dolci)
  • mezzo litro di latte senza lattosio
  • 50 g di frumina
  • 40-60 g di zucchero (oppure due cucchiai di stevia), la dose di zucchero si regola a seconda del gusto personale, a me non piace troppo dolce
  • pizzico di curcuma (non si sentirà il sapore, ma regalerà un bel colore giallo alla crema in contrasto con il rosa delle fragole)
  • 2 cucchiaini di estratto di vaniglia home made

 

Pulire le fragole, tagliarle a pezzi e frullarle con la stevia (regolare il sapore più o meno dolce a seconda del proprio gusto).

Versare in un pentolino antiaderente la frumina, lo zucchero e la curcuma, mescolare bene e unire qualche cucchiaio di latte per iniziare ad amalgamare bene gli ingredienti, proseguendo nell’unire il latte poco alla volta sempre mescolando con una spatola di gomma per non formare grumi. Unire la vaniglia.

Mettere su fuoco medio continuando a mescolare fino a quando la crema si addenserà. Lasciarla cuocere per poco meno di 10 minuti, quindi farla intiepidire mescolando ogni tanto perché non si indurisca in superficie.

Versare alcune cucchiaiate di crema in una ciotola di vetro, unire un po’ di fragole frullate, mescolare poco, e continuare a versare alternando crema e fragole. Il risultato sarà una crema gialla screziata di rosa. Far raffreddare in frigorifero per alcune ore e servire a temperatura ambiente.

Volendo si possono fare un paio di strati di biscotti all’interno del budino, che risulterà così un po’ più consistente.

Se si usano i mirtilli (250-300 g) dopo averli lavati bene metterli in un pentolino antiaderente con 1 o 2 cucchiai di stevia e cuocerli brevemente a fuoco abbastanza alto in modo da lasciarli interi ma con un liquido dalla consistenza sciropposa. Per questa versione usare un recipiente di vetro rettangolare e alternare uno strato di crema e uno di mirtilli con il loro denso succo.

Polpette di melanzane con ricotta

Avevo in frigorifero 2 melanzane da qualche giorno, stavano perdendo freschezza, le ho cotte senza ben sapere come utilizzarle, poi mi è venuta l’idea di provare a farne polpettine e il risultato è stato abbastanza soddisfacente. Con queste dosi ho ottenuto una quantità industriale di polpette, messe in congelatore in contenitori rettangolari in modo da non sovrapporle hanno resistito benissimo per un paio di mesi e, non essendosi appiccicate l’una all’altra, ho potuto utilizzarne anche soltanto alcune alla volta (scongelate prima in microonde e poi passate al forno per pochi minuti per renderle un pochino più croccanti).

 

  • 2 melanzane viola striate circa 700 h
  • 200 g ricotta
  • 2 cucchiai di parmigiano grattugiato
  • 2 fette di pane (fatto in casa) abbastanza spesse e senza crosta
  • verdurine Mutti
  • basilico
  • 2 cucchiai di farina tipo 2 (oppure farina di riso integrale), ancora meglio un misto di farina e fiocchi di avena
  • pangrattato di riso qb
  • olio sale pepe

 

Sbucciare le melanzane (se piace si può lasciare la buccia) tagliarle a cubetti non tanto grandi, metterle in una grande padella antiaderente (tipo wok) e scaldarle su fuoco medio alto mescolando continuamente fino a quando iniziano a colorirsi leggermente, salarle poco e aggiungere un po’ di acqua e continuare a cuocere coprendo con un coperchio e unendo acqua poco alla volta per mantenerle morbide. Quando saranno quasi del tutto cotte unire 2-3 cucchiai di verdurine Mutti e finire la cottura. A fuoco spento unire basilico a piacere spezzettandolo con le mani. Schiacciarle un pochino con una forchetta e lasciarle raffreddare.

Nel frattempo tagliare il pane a cubetti, coprirlo di latte (o volendo di brodo di verdure) e scaldarlo nel microonde per ammorbidirlo. Schiacciare bene anche il pane con una forchetta.

Unire pane, ricotta, parmigiano direttamente nella pentola delle melanzane, mescolare molto bene, unire 1 cucchiaio di farina e 1 cucchiaio di pangrattato alla volta e verificare la consistenza, unendo il resto della farina e altro pangrattato per avere un impasto abbastanza consistente. Unire due cucchiai di olio, pepe, sale se serve.

Formare le polpette usando un servigelato, sistemarle in una teglia antiaderente leggermente unta (oppure su una teglia foderata con carta forno, anche questa leggermente unta) schiacciarle un pochino col dorso di un cucchiaio, cuocere in forno a circa 220 gradi fino ad ottenere una bella doratura.